L'unica cosa di cui possiamo veramente essere certi è che, a tutti gli effetti, non possiamo essere certi di nulla.
Siamo certi che saremo incerti. Probabilmente per sempre.
C'è poco da stare allegri.
Incertezza economica, lavorativa, sociale, culturale, politica.
Quantomeno in Italia non c'è più nessuno di cui fidarsi ciecamente.
Non c'è più niente a cui affidare le nostre speranze.
Anche la fede c'ha abbandonato.
Anche la chiesa non è più quel baluardo di totale ed assoluta affidabilità che era un tempo.
Che fare allora?
Adattarsi per non soccombere.
Plasmarsi per non perire.
Ignorare per non sclerare.
Perché più uno ci pensa più uno è costretto a pensarci.
Quindi lasciamo perder l'argomento e parliamo di altro.
L'altra sera ho scritto.
Ero a pezzi, giornata decisamente pesante ed impegnativa, ma dopo una doccia ed una cena tranquilla mi sono ritrovato di fronte alla tastiera ed ho scritto.
Quasi 10 pagine (formato A4) di SPG che con questo balza a pagina 60 circa sul test di impaginazione (nuovo tunnel, a presto un post sull'argomento).
Sono ispirato.
Approfitto del momento.
Approfitto del momento.
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un qualche commento voi che leggete