Arrivano a casa e, a qualsiasi ora del giorno e della notte, riesce pacificamente a NON pensare a questioni lavorative.
Io non sono così.
Sarà che il mio lavoro implica la necessità di "pensare" e visto che posso farlo anche senza avere fra le mani il mio strumento di lavoro, mi capita spesso e sovente, durante le mia recentemente frequenti notti insonne, do pensare a possibili / plausibili soluzioni a problemi che devo risolvere o funzioni che devo sviluppare (attualmente faccio il programmatore NDR).
Quindi?
Quindi capita che, spesso in proporzione al numero delle notti insonni che ultimamente sono parecchie, arrivato in ufficio, sfatto da una nottataccia in bianco, io abbia pronte le soluzioni A, B, C ai problemi X, Y, Z.
Arrivo in ufficio e fra un caffè e l'altro, quelli previsti dalla procedure d'avvio del mio cervello che comunque resterà probabilmente sotto naftalina per l'intere giornata, risolvo i 3 problemi.
Ora, venendo finalmente al tema proposto dal titolo del post, perché se io "lavoro" pensando 4 ore di notte, poi mi tocca farne comunque 8 in ufficio?
Non si potrebbero scalare?
Magari non tutte, magari in parte.
Per ogni due ore di sonno perso ne scaliamo una dall'orario di lavoro.
Eh? Che ne dite!?
Eh? Che ne dite!?
In termini di soldoni oggi pomeriggio me ne potrei andare alle 3.
Giusto in tempo per una bella pennichella pomeridiana.
Che togo che sarebbe!
Che togo che sarebbe!
Cocco ma se quando sei al lavoro pensi a cosa farai a casa, ma smettila :D !!
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