domenica 15 gennaio 2012

...stavolta sei andato sull'astratto andante... sii pratico!

Pratico?!
Pratico?!?!

E' vero che essendo questo un "manuale" in effetti la praticità dovrebbe essere un elemento indissolubile degli articoli e degli argomenti trattati.

Ma questo non è propriamente un manuale no?! E poi decido io!
Anche perché mi tocca essere fin troppo pratico nella mia vita vera. Qui io astraggo, e lo faccio volontariamente ed al massimo (o quasi) delle mie capacità.
Io qui faccio un lavoro ben preciso. Assolvo il mio desiderio naturale di astrazione. Io DEVO astrarre. Se resto troppo tempo senza farlo poi, mi scoppia il cervello, e straparlo. Mi serve.
Serve al mio equilibrio mentale.
Serve a limitare i danni di questa vitaccia infame.

E mi realizza.
Mi piace immaginare storie.
Mi piace metterle giù.
Mi piace rileggerle.
Detesto correggerle.
Ma è un altro discorso.

La praticità che tanto va decantata nella società moderna, quella che è spesso definita come un gran pregio.
"E' un tipo pratico lui!"
"UUUUU! Bello quell'oggetto! E' così pratico!"
Quella, è una cosa che non dovrebbe esistere più di tanto.
Limita.
Razionalizza solitamente troppo e concretizza.
Limitare, concretizzare e razionalizzare.
Tutta roba che con la fantasia vanno a braccetto no?!

No grazie.
Praticità.
Se la conosci, la eviti. Se la eviti, non ti paralizza il cervello.

La cosa comica?
E' che io mi considero una persona pratica.
Mi piace esercitare la mia praticità. Nella soluzione di problemi reali però, non nelle altrui astrazioni (leggasi pippe mentali di un decerebrato medio).

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