Ho fatto un sogno, no, non proprio un sogno, più una speranza dettata dalla paranoia di sapere che, per la prima volta, partecipo in maniera ufficiale ad un concorso letterario.... e questo è l'incipit:
Io che partecipo al suddetto concorso.
Io che vinco.
Loro che me lo comunicano con pochissimo preavviso (tipo uno o due giorni prima)
Io che vado dal boss a dirgli : "Ho bisogno di un giorno di ferie"
E lui "Quando?"
Ed io: " Emmmm, domani"
E lui: "No domani no, domani devi essere qui quo qua da Tizio Caio e Sempronio. E' una cosa importante?"
Ed io: "Emm, devo presenziare alla consegna di un premio"
E lui: "Che premio?"
Ed io: " Emm, un premio letterario"
E lui: "E chi l'ha vinto?" (no perché quando si incuriosisce tende a diventare insistente)
Ed io: "Emmm, dovrei andare a ritirare il premio per una cosa che ho scritto"
E lui: "Scrivi?"
Ed io: "Emmm, sì"
Poi la cosa si fa confusa... alla premiazione ci vado, mi pare, ma non ricordo.
In effetti era un sogno.
In effetti non riesco a ricordare come andava a finire, ma una cosa la ricordo.
Il Disagio di dover "confessare" la mia "attività secondaria" a qualcun altro.
Disagio con la "D" maiuscola.
L'imbarazzo.
Mentre invece non dovrebbe assolutamente esserci nulla di male giusto?
Cioè! Non è che (come dico per fare il simpatico) "strangolo gattini per rilassarmi".
Non c'è niente di male nello scrivere... semmai è quello che scrivo che fa pena (e sarebbe male assai).. ma forse no, si vedrà.
Però in effetti dire "io scrivo" fa un certo effetto.
Mi troverei più a mio agio a dire "Scriverei se qualcuno mi pagasse per farlo"
Sarebbe più concreto.
Sarebbe più vero.
Finché scrivi solo per te tesso scrivere è psicanalisi self made da quattro soldi.
E' una confessione agnostica / atea.
Finché non esci dal tuo guscio, finché non confessi prima di tutto a te stesso il fattaccio.
Finché non ci provi seriamente.
E' tutto inutile.
Tanta carta sprecata e troppe parole sprecate.
P.S.
Nessun gattino ha subito maltrattamenti durante la scrittura di questo post.
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