Facendo la vita sedentaria da "colletto bianco" che ho fatto negli ultimi anni m'ero scordato come si diventa a fare il mestiere del "trasfertista".
O meglio, come si è costretti a diventare.
Oggi Lodi, domani chissà
Ero vicino a Lodi da un cliente. Lavoro tutto sommato facile, nulla da segnalare, se non fosse che, dallo stesso cliente, in contemporanea, c'era anche un altro tecnico.
L'ho incrociato quasi per sbaglio, non c'entravamo l'uno con l'altro, lavori differenti, orari differenti....
A pranzo lui esce verso le mezzogiorno ed io circa 20 minuti dopo.
Non fosse che poi l'ho incrociato al ristorante non ci sarebbe nulla da dire, ed allora che ci starei qui a scrivere cosa direte voi.
E' solo che l'ho visto e mi sono reso conto che, una volta, ero come lui.
Seduto da solo.
Due cellulari appoggiati sul tavolo (pronto a rispondere a qualsiasi chiamata) ed un libro in mano.
Giusto un saluto veloce m'ha concesso e poi di nuovo col naso infilato fra le pagine.
No, non mi sono offeso.
Una volta avrei fatto lo stesso.
Anzi. L'avrei fatto anche questa volta se avessi avuto un libro con me.
Solo che non ero preparato alla cosa... non ho preso il libro.
Comunque.. quelli come "noi" li riconosci subito.
Mangiano in fretta. Non si sprecano in ciance inutili.
Non proferiscono quasi parola.
VOGLIONO stare soli.
Si godono la propria solitudine in maniera quasi maniacale, dettati dall'abitudine e dalla routine della vitaccia infame che fanno ogni santo giorno, e la difendono.
IO LEGGO. TU FAI UN PO' CHE CAZZO VUOI.
Basta solo che non mi rompi le palle.
Una volta ero così.
Poi ho smesso... un poco almeno.
Che sia meglio o peggio?
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