venerdì 9 settembre 2016

Self publishing, questo sconosciuto






Prendo spunto da questo interessante e rivelatorio articolo di bookblister per dire la mia sul sef publishing.







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Il self publishing (offerto in mille salse ed in mille opzioni da innumerevoli "editori", anche se farei meglio a definirle copisterie, con tutto il rispetto per le copisterie) mi ha attirato non poco, e tutto sommato, anche dopo aver letto l'articolo di Chiarata devo ammettere che un poco ancora mi lusinga.
Si perchè nonostante le innumerevoli difficoltà ed i probabili fallimenti, nonostante l'immagine da perdente represso che ne viene fuori, devo ammattere che i miei sogni di gloria continuano a farsi solleticare con una certa malizia da certe possibilità.
Nella mia fervida immaginazione continuo a vedermi come uno dei pochi che alla fin fine potrebbe farcela.
Mi immagino di poter diventare un successo editoriale spontaneo grazie al passaparola dei miei lettori, in primis, ma sopratutto grazie alla eccelsa qualità dei miei scritti.

Tutte cazzate, lo dico sinceramente. Son tutte seghe mentali di uno (il sottoscritto) che non avendo più il tempo la voglia e le energie per fae il mestiere cha fa in questo momento cerca di trovare un modo qualsiasi una scappatoia da una vita che non lo soddisfa. Lavorativamente parlando ovviamente. E che (gli pare) di avere un certo talento nella scrittura.

Almeno dicono così.

Resta il fatto che, fra il lustro ed il brusco, terrò ancora presente l'opzione autopubblicazione, ma prima cercherò di trovare un editore semiserio che faccia al caso mio e che si occupi di tutti quei dettagli che io non potrei seguire.


Nella speranza di trovare il tempo di finire finalmente qualcosa... ovviamente.

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