sabato 4 gennaio 2014

Capitan Harlock 3D - Recensione

Giuro che non vorrei farlo, ma non posso proprio esimermi. Non ce la faccio.
Sarà perché ci sono delle "navi" di mezzo, ma non ce la faccio proprio.
Capitan Harlock 3D (e lasciamo perdere il titolo italiano) è una cagata pazzesca! Ne più ne meno della famigerata corazzata russa tanto detestata dal ragionier Ugo.

Non vorrei esprimermi così, giuro che non vorrei.
Il guercio capitano era nel mio cuore, nei miei ricordi, nella mia immaginazione... e sapere che questo film è il più grande sforzo produttivo di una bandiera dell'animazione giapponese come la Toei non mi addolcisce la pillola, che diventerà sempre più amara.

E calcolate anche che rischio di farmi dei nemici, di rompere delle amicizie più che decennali nel dire ciò che penso! Ho amici che mi toglieranno il saluto!

Ma il dovere chiama e farebbe così anche lui, il capitano, quello della mia memoria... farebbe la cosa giusta.

No dai, non esageriamo, dopotutto ti sei divertito, sei tornato bambino no?!
Vero, ma non è il bambino a recensire il film, è l'adulto, e come tale, per tutta la durata della proiezione, non sono riuscito ad evitare di pensare che mancava qualcosa... e che c'era qualcosa di troppo.
Poi ho capito.
Non il 3D in quanto occhialino inutile necessario per far pagare 3 euro in più l'ingresso in sala, ma proprio l'animazione in CG. Mi ha dato noia per tutto il tempo.
Certo, benissimamente fatta, effetti spettacolari e facezie da nerd a iosa, ma non era "giusta". Fuori tono, fuori scala, fuori contesto.
Le battaglie spaziali son fantastiche, ma ad un certo punto della storia la trama farà sì che non siano più nemmeno emozionanti, dall'esito scontato. Come la storia. Abbastanza scontata pure lei.

Certo, è il ritorno del mitico pirata sui grandi schermi, un ritorno a dir poco trionfale non c'è dubbio, ma stonato nei modi, scontato nei luoghi e frastornante nei tempi.
Uscito dalla sala non ho potuto evitare di pensare a quanto potrebbe essere meglio, una volta ogni tanto, un videogioco dedicato al capitano. Un videogioco come si deve una volta tanto. Tanto per cambiare.

Camminando verso la macchina ho poi capito cose c'era di sbagliato, e non è una cosa da poco.
Il capitano manca di consistenza. Nel 3D guadagna in realismo, ed allora affiorano tutte le falle che ci sono in quel mondo. Mancano i dettagli, manca quello: la coerenza che è necessaria se ti affidi al fotorealismo nella tua animazione.
Quello che fai vedere non solo deve sembrare vero, ma deve esserlo, e quasi nulla lo è.
Non c'è il realismo, non c'è coerenza... troppo fantasy?
Forse, ma se mi metti delle navi spaziali che si fronteggiano a cannonate hai sbagliato genere amico nipponico. Quella è fantascienza...e di scienza ce n'era ben poca.

Lo consiglio agli appassionati di pirati spaziali guerci, a tutti i maschi di età anagrafica compresa fra gli 8 ed i 12 anni ed a nessuna altro.

Vivamente sconsigliato a tutti quelli che, come me, del capitano avevano un ricordo ammantato di quella che è la sua vera ed unica sostanza. La leggenda.

P.S.
Mi sovviene ora: qualche frase di senso compiuto in più nel doppiaggio sarebbe stata utile. Capisco la sindrome da "Lost in translation" ma giuro che in certi momenti c'ho capito davvero poco. Troppo criptici per i miei modesti gusti di uomo vittoriano.

P.P.S.
Come?! Vittoriano?!
Ma smettila!

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